Aumentano gli appassionati che giocano online

Andamento giochi e scommesse, anno 2021 Mercoledì 26 gennaio 2022

8.201 imprese di scommesse e gioco pubblico registrate delle quali 7.232 in attività nel 2021. La Campania occupa il primo posto per attività attive.

Lo scorso anno può considerarsi come un periodo di assestamento per il settore del gioco che ha provato a ripartire dopo la stangata subita in seguito ai vari lockdown prolungati che hanno bloccato innumerevoli attività. Una svolta, se così può essere considerata, l’abbiamo avuta nel secondo semestre 2021 quando diverse imprese hanno provato a riaprire mediante l’introduzione del Green Pass. Tale dispositivo, che inizialmente prometteva un ritorno alla normalità, ha costituito un ulteriore problema per i gestori che in molti casi hanno riscontrato una riduzione degli afflussi verso le proprie attività, proprio a causa della mancanza di tale certificazione da parte di una buona percentuale di clienti.

Anche come conseguenza di ciò, gli appassionati di gambling e scommesse si sono riversati nelle sale da gioco virtuali offerte dai migliori operatori del settore. Basta pensare che solo in Italia i migliori casino online ADM hanno determinato per l’erario un entrata di circa 2,5 Miliari di euro.

Ma se raccontata così, la situazione potrebbe sembrare tutt’altro che rosea e senza nessuna via d’uscita, ecco che ci vengono in soccorso alcuni dati raccolti nel corso del 2021, riferiti al censimento ufficiale delle imprese italiane. L’analisi è stata condotta in sinergia da Unioncamere e Infocamere ed i risultati sono stati diffusi da Movimprese, la quale ha stilato un quadro generale in merito. Secondo quanto convenuto, nel 2021 è stato riscontrato un aumento delle attività imprenditoriali, che hanno visto la registrazione di 332.596 nuove imprese nell’arco di tempo che va da gennaio a dicembre. Si tratta di un balzo in avanti del 14% rispetto all’anno precedente. Andiamo, dunque, ad analizzare in maniera approfondita quanto questo slancio ha influito sul comparto del gioco.

8.201 imprese di scommesse e gioco pubblico registrate, 7.232 in attività nel 2021

Secondo i dati, nel 2021 sono 8201 le imprese italiane che offrono nello specifico servizi connessi a scommesse e gioco pubblico. Di queste, 7.232 sono rimaste sempre attive. Inoltre, sono state registrate 18 nuove iscrizioni nell’ultimo trimestre ma anche 133 cessazioni. I numeri non sono proprio positivi ma promettono bene per la ritrovata speranza che alcuni titolari hanno riversato nelle nuove iscrizioni. Considerando la distribuzione geografica si può notare una certa differenza da regione a regione.

Campania al primo posto con 1.588 imprese in attività

Nel 2021 sono state contate:

  • 384 imprese attive Piemonte, a fronte di 14 cessazioni nel corso dell’anno
  • in Lombardia vi sono 1.026 imprese registrate, ma solo 876 sono quelle ritenute attive
  • nel Lazio sono attive 844 imprese delle 957 registrate
  • la Puglia ha contato 675 imprese registrate e 592 attive
  • in Emilia Romagna sono 313 quelle registrate e 260 quelle attive

Il dato più basso è riferito alla Valle d’Aosta che conta solo 4 imprese attive.

La Campania, invece, risulta essere al primo posto con 1.756 imprese registrate e 1.588 attive. In linea generale, un certo incremento è stato riscontrato soprattutto al Sud, che in questo momento è alla guida della crescita produttiva del paese.

Il Veneto, invece, è la regione dove si gioca di più con un volume di gioco pari a €4.244.00€ con 850€ di spesa per giocatore, appassionati.

Migliora l’economia ma valori lontani dal pre-pandemia

I dati raccolti nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio fanno ben sperare e testimoniano una ripresa e, al contempo, un miglioramento dell’economia. I valori però, non sono tornati completamente quelli di un tempo. Nonostante la registrazione di nuove imprese, dopo la crisi economica del 2020 la ricerca ha decretato che non vi è stato un pieno recupero dei dati antecedenti la pandemia. Il gap stimato è di circa 20mila aperture in meno rispetto al 2019 e 50mila in meno nel corso del decennio precedente.

Andrea Prete, presidente di Unioncamere ha così commentato la situazione:

“I risultati dell’analisi mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici. Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo”.